Obiettivo su ....
SPEDIZIONE VERONA 2009
MERA PEAK, 6.476 m. E L'AMPHU LAPSA, 5.880 m. NEPAL
GRUPPO G.A.M. DI EZIO BERTI E MARCO VENTURINI
TESTO E FOTO DI EZIO BERTI
con l'intento di condividere queste emozioni con tutti gli amici
MERA PEAK, 6.476 m. E L'AMPHU LAPSA, 5.880 m. NEPAL
GRUPPO G.A.M. DI EZIO BERTI E MARCO VENTURINI
TESTO E FOTO DI EZIO BERTI
con l'intento di condividere queste emozioni con tutti gli amici
LA PARTENZA il 17 ott. 2009
Il giorno della partenza e arrivato e, come sempre, un momento di grande emozione, ma anche, la liberazione dalle tensioni accumulate nei preparativi dei giorni precedenti, controllando e ricontrollando che tutto sia a posto. Volo Milano Malpensa, Kathmandu la capitale del Nepal, poi con un piccolo e traballante aereoplanino "STOL", della compagnia YETI AERLAINS, atterriamo, con grande sollievo, nel piccolo e pericoloso aeroporto del villaggio di Luckla a 2.800 metri di altezza, punto di partenza e arrivo di spedizioni e trekking verso la catena centrale delle montagne dell'Himalaya.
AVVICINAMENTO AL CAMPO BASE DEL MERA (5.300 m)
Un percorso di 10 lunghe e faticose tappe, in un ambiente severo e selvaggio, valicando alti passi per poi ridiscendere in profonde valli, attraversando lussureggianti foreste, piccoli villaggi di cultura sherpa, toccando con mano i disaggi e le difficoltà di quest' umile popolo, che da sempre, conduce una vita di sopravivenza nei luoghi più sperduti dell'Himalaya. Camminare lungo i sentieri Himalayani, esplorare la natura, assaporare il silenzio della solitudine, il piacere di osservare spettacolari paesaggi, dormire in tenda, mangiare pasti un po' spartani, freddo tanto, caldo poco, non sono esperienze di tutti i giorni ma rappresentano situazioni che sicuramente ognuno di noi può affrontarle e viverle con serena tranquillità e tanto spirito di adattamento.
SALITA AL CAMPO 1 (5.800 m.)
29 - ott. - 09. Sicuramente, l'avvicinamento al campo base e stato lungo e faticoso ma perfetto per le necessarie fasi di acclimatamento e nessuno di noi ha accusato il classico mal di montagna, però siamo consci che d'ora in poi le cose potrebbero, anche, cambiare. L'alta quota, il vento, il freddo, la scarsità d'ossigeno nell'aria, (- 60% - livello mare), sono tutti fattori decisivi che dovremmo tener conto nei prossimi giorni. Dal campo base saliamo il ghiacciaio per un dislivello di circa 600 metri, dove i nostri portatori hanno posto le tende al capo 1 - 5.800 m, il cielo terso e il freddo intenso ci fan ben sperare per le perfette condizioni meteo e quindi abbiamo deciso che questa notte saliremmo in vetta.
LA VETTA DEL MERA (6.476 m.)
La notte del 30 - ott. - 09 - h. 1.30 sveglia e ora di partire, apro la cerniera del sacco a pelo, metto la testa fuori dalla tenda, alzo gli occhi e vedo un cielo stellato come non mai, chiamo Marco: "Dai Marco alzati questo è il nostro giorno", il giorno della vetta, lui mi risponde e mi chiede se fuori fa freddo, gli rispondo: "un freddo bisso", beviamo un po' di thè caldo, ci prepariamo, usciamo, calziamo i ramponi e partiamo tutti e 12 + 3 sherpa.
Saliamo a passo lento, il respiro si fa sempre più affannoso, e quasi l'alba, un vento gelido ci investe, il freddo e pungente - 25/30 gradi, dopo un po', tre dei nostri compagni non ce la fanno più per loro e svanito un sogno, guardo l'altimetro siamo a 6.200 m. Ben'che lo sforzo si faccia sentire, non mollo, sono molto concentrato e le mie sensazioni sono buone, ma il mio pensiero fisso e sempre là......., proseguo con il ritmo dei 15/20 passi poi sosta, l'alba: il momento più affascinante che la natura abbia creato, vorrei scattare delle foto ma non mi fido a levarmi le muffole di piumino per il troppo rischio di congelamenti. Quando io e Marco Vignola arriviamo "al cole del Mera" vediamo i nostri compagni in vetta poi a un tratto sento delle urla di gioia, " E' FATAAAAAAAA SIAMO IN CIMAAAAAAAA", l'urlo più forte era quello dell'alpino caporal maggiore scelto Marco Venturini, il più giovane del gruppo, ora anche noi due ci crediamo: "dai Marco (Vignola) tra poco saremo in vetta anche noi", dopo un po' siamo all'inizio delle corde fisse, agganciamo il moschettone, attraversiamo il pendio poi saliamo il ripido canalino finale e finalmente, la tanto sospirata cima, anche per noi. Sono le sette del mattino il sole e già alto ma fa ancora molto freddo, l'emozione che provo è indescrivibile, 70 anni compiuti (classe 39) non sono un pazzo, ma questo è il frutto di tante esperienze accumulate negli anni su queste montagne, controlliamo i nostri altimetri e tutti ci confermano l'esatta altezza del Mera da 6.600 - a 6.650, ma poco importa. Dalla vetta il panorama spazia a 360 gradi, riconosco molta bene le cime più alte, L' EVEREREST, con il suo caratteristico pennacchio di nuvole, il LHOTSE, NUPTISE, CHO - OYU, PUMORI, BARUNTSE, MAKALU, KANGCHENJUNGA, montagne che conosco già per essere salito ai campi base. Foto di rito con il gagliardetto del nostro gruppo G.A.M. e del comune di S. G. LUPATOTO e poi scendiamo di 2.200 m. sino al campo posto a 4.300 m. arriviamo molto stanchi, 14 ore fisicamente molto difficili ma n'è valso la pena.
SALITA DELL'AMPHU LAPSA (5.880 m.)
02 - NOV. - 09 Partiamo all'alba per l'ultima e difficile arrampicata, 4 dei nostri sono partiti molto presto a dar supporto hai portatori d'alta quota per attrezzare la via con 400 m. di corda tra salita e discesa non solo per noi ma soprattutto per l' incolumità dei nostri bravi portatori in quanto la discesa la faremmo dal versante opposto nella valle del Khumbu. Saliamo il ghiacciaio molto ripido formato da un dedalo di seracchi alti come palazzi, il ghiaccio è in condizioni perfette, ramponi e picca tengono bene, ci guardiamo attorno per un momento abbiamo quasi paura, siamo circondati da ripidi canali e muri di ghiaccio da salire, l'ambiente attorno a noi è di straordinaria bellezza, scattare foto non è poi cosi tanto facile ma comunque ci riesco. Man mano che si sale le difficoltà aumentano sempre più, la nostra preoccupazione va sempre hai portatori. Finalmente usciamo in cresta e tiriamo un sospiro di sollievo ultimo sforzo e siamo tutti in cima all'Amphu Lapsa (5.880 m.) La discesa della parete nord la faremo tutta in corda doppia fino alla base del ghiacciaio e poi per sentiero sino al villaggio di Chukung 4800 m. punto d'incontro con i nostri amici del gruppo di trekker (15 persone) dal campo base dell'Everest e da qui in tre giorni di cammino scenderemo lungo la valle Solu-Khumbu sino a Lukla completando così il giro ad anello di questo straordinario e difficile itinerario d'alta quota del Mera.
CONSIDERAZIONI.
La riuscita della spedizione è stata agevolata dalle perfette condizioni meteo, dalla nostra ottima forma fisica e mentale, ma soprattutto un grazie va hai nostri 24 portatori Sherpa che per tre settimane si sono sobbarcati il peso dei nostri sacconi, attrezzatura, tende, cibo e tutto il necessario per la cucina, a volte, anche, in condizioni ambientali difficili e pericolose senza mai travisare il minimo dubbio d'incertezza e paura. Tanta stima e affetto ci lega a questi piccoli - grandi uomini Sherpa che, grazie al Loro duro lavoro, non sarebbe mai possibile conquistare le cime dell'Himalaya. Forse, e senza dubbio, il condividere tanti giorni assieme di fatiche e privazioni si torna a casa non solo con il successo alpinistico o del trekking, ma sopratutto un'esperienza umana indimenticabile. ANCORA UN GRAZIE CARI PORTER
IL GRUPPO.
Il gruppo era composto di 12 alpinisti, Ezio Berti e Marco Venturini del G.A.M. Marco Vignola, Beppe Pighi, Davide Masotto, Mario Esposito, Gianluca Agostini, Francesco Nicolis, Stefano Laiti, Paola Finali, Federica Costa, Evelina Menna, medico. Un grazie va al ristorante 12 Apostoli e a tutta la famiglia GIOCO che al ritorno ci ha festeggiati, nel loro stupendo locale, con una cena.
x 12 scalatori x 12 giorni alla vetta x 12 APOSTOLI, x 12 emozioni x 12 piccozze.
Il giorno della partenza e arrivato e, come sempre, un momento di grande emozione, ma anche, la liberazione dalle tensioni accumulate nei preparativi dei giorni precedenti, controllando e ricontrollando che tutto sia a posto. Volo Milano Malpensa, Kathmandu la capitale del Nepal, poi con un piccolo e traballante aereoplanino "STOL", della compagnia YETI AERLAINS, atterriamo, con grande sollievo, nel piccolo e pericoloso aeroporto del villaggio di Luckla a 2.800 metri di altezza, punto di partenza e arrivo di spedizioni e trekking verso la catena centrale delle montagne dell'Himalaya.
AVVICINAMENTO AL CAMPO BASE DEL MERA (5.300 m)
Un percorso di 10 lunghe e faticose tappe, in un ambiente severo e selvaggio, valicando alti passi per poi ridiscendere in profonde valli, attraversando lussureggianti foreste, piccoli villaggi di cultura sherpa, toccando con mano i disaggi e le difficoltà di quest' umile popolo, che da sempre, conduce una vita di sopravivenza nei luoghi più sperduti dell'Himalaya. Camminare lungo i sentieri Himalayani, esplorare la natura, assaporare il silenzio della solitudine, il piacere di osservare spettacolari paesaggi, dormire in tenda, mangiare pasti un po' spartani, freddo tanto, caldo poco, non sono esperienze di tutti i giorni ma rappresentano situazioni che sicuramente ognuno di noi può affrontarle e viverle con serena tranquillità e tanto spirito di adattamento.
SALITA AL CAMPO 1 (5.800 m.)
29 - ott. - 09. Sicuramente, l'avvicinamento al campo base e stato lungo e faticoso ma perfetto per le necessarie fasi di acclimatamento e nessuno di noi ha accusato il classico mal di montagna, però siamo consci che d'ora in poi le cose potrebbero, anche, cambiare. L'alta quota, il vento, il freddo, la scarsità d'ossigeno nell'aria, (- 60% - livello mare), sono tutti fattori decisivi che dovremmo tener conto nei prossimi giorni. Dal campo base saliamo il ghiacciaio per un dislivello di circa 600 metri, dove i nostri portatori hanno posto le tende al capo 1 - 5.800 m, il cielo terso e il freddo intenso ci fan ben sperare per le perfette condizioni meteo e quindi abbiamo deciso che questa notte saliremmo in vetta.
LA VETTA DEL MERA (6.476 m.)
La notte del 30 - ott. - 09 - h. 1.30 sveglia e ora di partire, apro la cerniera del sacco a pelo, metto la testa fuori dalla tenda, alzo gli occhi e vedo un cielo stellato come non mai, chiamo Marco: "Dai Marco alzati questo è il nostro giorno", il giorno della vetta, lui mi risponde e mi chiede se fuori fa freddo, gli rispondo: "un freddo bisso", beviamo un po' di thè caldo, ci prepariamo, usciamo, calziamo i ramponi e partiamo tutti e 12 + 3 sherpa.
Saliamo a passo lento, il respiro si fa sempre più affannoso, e quasi l'alba, un vento gelido ci investe, il freddo e pungente - 25/30 gradi, dopo un po', tre dei nostri compagni non ce la fanno più per loro e svanito un sogno, guardo l'altimetro siamo a 6.200 m. Ben'che lo sforzo si faccia sentire, non mollo, sono molto concentrato e le mie sensazioni sono buone, ma il mio pensiero fisso e sempre là......., proseguo con il ritmo dei 15/20 passi poi sosta, l'alba: il momento più affascinante che la natura abbia creato, vorrei scattare delle foto ma non mi fido a levarmi le muffole di piumino per il troppo rischio di congelamenti. Quando io e Marco Vignola arriviamo "al cole del Mera" vediamo i nostri compagni in vetta poi a un tratto sento delle urla di gioia, " E' FATAAAAAAAA SIAMO IN CIMAAAAAAAA", l'urlo più forte era quello dell'alpino caporal maggiore scelto Marco Venturini, il più giovane del gruppo, ora anche noi due ci crediamo: "dai Marco (Vignola) tra poco saremo in vetta anche noi", dopo un po' siamo all'inizio delle corde fisse, agganciamo il moschettone, attraversiamo il pendio poi saliamo il ripido canalino finale e finalmente, la tanto sospirata cima, anche per noi. Sono le sette del mattino il sole e già alto ma fa ancora molto freddo, l'emozione che provo è indescrivibile, 70 anni compiuti (classe 39) non sono un pazzo, ma questo è il frutto di tante esperienze accumulate negli anni su queste montagne, controlliamo i nostri altimetri e tutti ci confermano l'esatta altezza del Mera da 6.600 - a 6.650, ma poco importa. Dalla vetta il panorama spazia a 360 gradi, riconosco molta bene le cime più alte, L' EVEREREST, con il suo caratteristico pennacchio di nuvole, il LHOTSE, NUPTISE, CHO - OYU, PUMORI, BARUNTSE, MAKALU, KANGCHENJUNGA, montagne che conosco già per essere salito ai campi base. Foto di rito con il gagliardetto del nostro gruppo G.A.M. e del comune di S. G. LUPATOTO e poi scendiamo di 2.200 m. sino al campo posto a 4.300 m. arriviamo molto stanchi, 14 ore fisicamente molto difficili ma n'è valso la pena.
SALITA DELL'AMPHU LAPSA (5.880 m.)
02 - NOV. - 09 Partiamo all'alba per l'ultima e difficile arrampicata, 4 dei nostri sono partiti molto presto a dar supporto hai portatori d'alta quota per attrezzare la via con 400 m. di corda tra salita e discesa non solo per noi ma soprattutto per l' incolumità dei nostri bravi portatori in quanto la discesa la faremmo dal versante opposto nella valle del Khumbu. Saliamo il ghiacciaio molto ripido formato da un dedalo di seracchi alti come palazzi, il ghiaccio è in condizioni perfette, ramponi e picca tengono bene, ci guardiamo attorno per un momento abbiamo quasi paura, siamo circondati da ripidi canali e muri di ghiaccio da salire, l'ambiente attorno a noi è di straordinaria bellezza, scattare foto non è poi cosi tanto facile ma comunque ci riesco. Man mano che si sale le difficoltà aumentano sempre più, la nostra preoccupazione va sempre hai portatori. Finalmente usciamo in cresta e tiriamo un sospiro di sollievo ultimo sforzo e siamo tutti in cima all'Amphu Lapsa (5.880 m.) La discesa della parete nord la faremo tutta in corda doppia fino alla base del ghiacciaio e poi per sentiero sino al villaggio di Chukung 4800 m. punto d'incontro con i nostri amici del gruppo di trekker (15 persone) dal campo base dell'Everest e da qui in tre giorni di cammino scenderemo lungo la valle Solu-Khumbu sino a Lukla completando così il giro ad anello di questo straordinario e difficile itinerario d'alta quota del Mera.
CONSIDERAZIONI.
La riuscita della spedizione è stata agevolata dalle perfette condizioni meteo, dalla nostra ottima forma fisica e mentale, ma soprattutto un grazie va hai nostri 24 portatori Sherpa che per tre settimane si sono sobbarcati il peso dei nostri sacconi, attrezzatura, tende, cibo e tutto il necessario per la cucina, a volte, anche, in condizioni ambientali difficili e pericolose senza mai travisare il minimo dubbio d'incertezza e paura. Tanta stima e affetto ci lega a questi piccoli - grandi uomini Sherpa che, grazie al Loro duro lavoro, non sarebbe mai possibile conquistare le cime dell'Himalaya. Forse, e senza dubbio, il condividere tanti giorni assieme di fatiche e privazioni si torna a casa non solo con il successo alpinistico o del trekking, ma sopratutto un'esperienza umana indimenticabile. ANCORA UN GRAZIE CARI PORTER
IL GRUPPO.
Il gruppo era composto di 12 alpinisti, Ezio Berti e Marco Venturini del G.A.M. Marco Vignola, Beppe Pighi, Davide Masotto, Mario Esposito, Gianluca Agostini, Francesco Nicolis, Stefano Laiti, Paola Finali, Federica Costa, Evelina Menna, medico. Un grazie va al ristorante 12 Apostoli e a tutta la famiglia GIOCO che al ritorno ci ha festeggiati, nel loro stupendo locale, con una cena.
x 12 scalatori x 12 giorni alla vetta x 12 APOSTOLI, x 12 emozioni x 12 piccozze.
17 Ottobre 2009 - Mera Peak le foto