I Grandi Viaggi
Trekking in PATAGONIA
Argentina e Cilena
30 dicembre 2003 - 20 gennaio 2004
30 dicembre 2003 - 20 gennaio 2004
Finalmente arriva il tanto atteso giorno della
partenza:
30 dicembre 2003 ritrovo presso l'entrata dell'autostrada VR-Sud e partenza per Buoenos Aires via Roma. Arrivo a Buenos Aires la mattinata dell'ultimo dell'anno. L'impatto con questa città è stato meraviglioso, dato forse dal caldo che ci ha accolto.
La giornata è stata dedicata alla visita della città in attesa della serata dell'ultimo dell'anno.
01.01.2004 nel poco tempo a disposizione, abbiamo visitato il quartiere più antico di Buenos Aires, SAN TELMO, patria del Tango e dei piccoli bar per poi proseguire verso il porto (foce del fiume Rio de la Plata) con una bellissima passeggiata e ammirazione per la bellissima ristrutturazione dei Docks.
Nel pomeriggio trasferimento all'aeroporto e volo per la penisola di Valdes dove ci aspettano i leoni marini , gli elefanti marini , i pinguini e tantissime altre specie animali per non parlare di una natura incontaminata e di un mare di un azzurro intensissimo.
02.01.2004 esploriamo Puerto Pyramide dove prendiamo un battello e riusciamo a toccare quasi con mani con i leoni marini, i cormorani, gli elefanti marini che fanno bella mostra di sè sulla spiaggia. Nel pomeriggio visitiamo una delle più grandi pinguinere del Sud America, Punta Tombo . La vista di questi piccoli pinguini ci riempie di gioia . Sono tutti molto indaffarati con i loro cuccioli . E' un andirivieni di pinguini dalle tane verso il mare e viceversa. Con molto dispiacere, lasciamo la calda penisola di Valdes dopo esserci rifocillati alla locanda di Antonio e Gustavo con un pasto "luculliano", alla volta di Ushuaia, Capitale della Terra del Fuoco argentina.
L'arrivo a Ushuaia è stato impressionante , considerando che l'aereoporto possiede una sola pista, di atterraggio e di decollo lunga 5 km. Per non parlare del vento in questo luogo ameno. L'atterraggio è stato perfetto, il nostro pilota bravissimo e noi tutti abbiamo tirato un bel sospiro di sollievo!! Usciti dall'aeroporto, ci siamo resi conto di essere alla "fine do mundo", la temperatura di 8°C e il fortissimo vento, ci facevano rimpiangere subito la penisola di Valdes.
03.01.2004 Una volta preso coscienza della temperatura, del vento, il bus ci conduce verso gli ApartHotel, decidiamo come sistemarci. Una volta sistemati, i più temerari, vedi Nicola, Roberto, Gianfranco, Mara, Marisa, Marco; Gianna; Dana e Rosanna, sfidando il freddo e il vento, vanno alla ricerca di qualcosa da mangiare. Erano le 22,00 e fuori c'era ancora luce. Passeggiando abbiamo potuto ammirare le case basse con dei bellissimi giardini e fiori coloratissimi. Spiccavano su tutti i coloratissimi lupini e dei papaveri di un rosso molto intenso.
Ushuaia, la solita città di case basse , una grande via centrale piena di negozi turistici e un lungomare molto trafficato. Appena fuori dal centro, la desolazione. Ushuaia è nata come colonia penale. Qui venivano mandati i peggiori delinquenti dell'Argentina: veniva così decretata la loro morte sicura in tempi rapidi per il freddo, la fame o i lavori forzati.
04.01.2004 Dopo un'abbondante colazione, ci aspetta la nostra guida Marcelo il quale, con nostra grande sorpresa, ci accoglie con un pezzo di musica classica, IL FLAUTO MAGICO, ci fermiamo in un panificio a comperare del pane fresco e via per il nostro primo Trekking. Arriviamo al Parco "Tierra del Fuego", paghiamo l'ingresso e accompagniamo Gemma al Trenino della "Fin do Mundo" . Nel frattempo ci prepariamo alla nostra splendida camminata , E' in programma un trekking di quattro cinque ore. Ci avviamo per un sentiero che costeggia la torbiera e si inoltra in un bosco di alberi ad alto fusto, decisamente più grandi di quelli visti in Patagonia. A differenza dei boschi patagonici, qui c'è sottobosco: crescono funghi e ci sono numerose piccole orchidee bianche . Le piante sono deformate da grosse nodosità. Si tratta di una reazione all'infestazione da parte di un fungo: il pan dell'indio. E' un fungo sferico, giallo, dall'aspetto spugnoso. Crescendo sulla corteccia, innesca una specie di reazione tumorale.Matura tra Novembre e Dicembre. Concluso il ciclo maturativo, si stacca. Ora siamo in questa fase e il sentiero è ricoperto dai resti di questo strano vegetale. Fortunatamente non fa freddo, a tratti ci regala qualche sprazzo di sole, raggiungiamo la castorera . Qui il corso del fiume è stato deviato dalle solide dighe dei castori, che purtroppo a quest'ora non si fanno vedere. Pare che escano solo la sera. Non si tratta in questo caso di animali autoctoni. Sono stati importati nel 1946, come animali da allevamento per la produzione di pellicce. Ora vivono liberi nel parco, dove si sono ambientati senza problemi. Pranziamo in riva al mare nella Baia Ensenada con un cestino fatto da Marcelo che è la "fine del mondo". Vicino all'insenatura vediamo una piccola capanna , ci avviciniamo e scopriamo essere un piccolissimo museo dove, dietro pagamento di una cifra irrisoria, ti appongono un timbro "FIN DO MUNDO", Repubblica Argentina sul passaporto. Facciamo un ultimo giretto fino alla Baia Lapataia dove si domina il Canale Beagle e che segnala la fine della Ruta 3 . E' un po' patetico questo continuo ribadire che il mondo finisce qui. Da l'impressione di un ritornello di facile presa per i turisti, quasi non ci fossero altri motivi di interesse. Nel frattempo è uscito un bel sole e la temperatura è ideale per una passeggiata nel centro di Ushuaia che è visibile in tutta la sua "bellezza" . Ci fermiamo a bere una cioccolata calda in una delle più famose cioccalaterie. Dopo, tutti a festeggiare il compleanno di Bruna. Non possiamo permetterci di fare tardi, domani mattina si parte alle 4.30 per Punta Arenas. Ed è Ezio che ci richiama all'ordine.
05.01.2004 Giornata di trasferimento a Punta Arenas (Cile) la strada è asfaltata per fortuna, anche se il panorama non offre grandi spunti. A metà mattina ci viene servita la colazione con buonissime brioche, caffè e aranciata. Verso mezzogiorno ci fermiamo in un bar lungo la strada. Sembra di essere nel Far West, il bar è ben fornito con pasticcini, empanadas e tutto quanto può servire per un lungo viaggio come il nostro. Acquistiamo il necessario non sapendo che in pullman ci avrebbero servito anche il pasto. E' stato un viaggio lungo, ma tutto sommato ci siamo divertiti. E' stato bello viaggiare con i locali e con i turisti da tutto il mondo. Arrivati alla frontiera cilena abbiamo potuto scendere dal pullman e sgranchirci un pò le gambe . Tutte le formalità si sono svolte senza problemi. Siamo ripartiti praticamente subito. Nel primo pomeriggio abbiamo raggiunto il mitico stretto di Magellano . E' stato emozionante attraversarlo. Arriviamo a Punta Arenas: è più grande di quanto mi aspettassi. Qui incontriamo la nostra guida Paula con la sua assistente Paula detta Pinky che saranno con noi per 12 giorni. Il centro è ricco di eleganti edifici che testimoniano l'illustre passato. Quello che ci è rimasto molto impresso è il bellissimo palazzo Menendez, di fine architettura francese. La città era un importantissimo porto commerciale, prima dell'apertura del canale di Panama.
06.01.2004 Oggi è di nuovo giornata di trasferimento. Ci trasferiamo a Puerto Natales, punto naturale dove partire per il Parco "TORRES DEL PAINE". Il viaggio non è stato molto faticoso sebbene di strada asfaltata ne abbiamo vista veramente poca. Abbiamo sostato in una Fazenda per il pranzo e nella Pinguinera di Seno Otway. Diversa da Punta Tombo, qui i pinguini vivono nel prato. In serata arriviamo a Puerto Natales , ci accoglie un freddo gelido accompagnato dall'immancabile vento. La prima cosa che avvistiamo nello stretto di Magellano sono i cigni dal collo nero , uno spettacolo. Usciamo per andare alla ricerca di un ristorante e anche per visitare questa città fantasma. Gianfranco si imbatte in un venditore di cozze secche , la voglia di assaggiarle è grande, noi ci asteniamo, lui assaggia e le sue smorfie parlano per lui.
07.01.2004 Oggi è il grande giorno! Trasferimento al Parco "TORRES DEL PAINE". Le guide ci anticipano che faremo un paio di soste, una per il Picnic e una per visitare la Cueva del Milodon prima di arrivare alla Locanda del Paine. Già durante il tragitto in pulmino rimaniamo affascinati dai paesaggi, incontriamo sulla nostra strada tanti guanachi (famiglia dei Lama) e nandù , famiglia degli struzzi, per non parlare di una vegetazione incredibilmente bella. Visitiamo la Cueva del Milodon , da qui parte la storia di Bruce Chatwin e il suo libro "Patagonia". Ne valeva la pena! Proseguiamo e ci fermiamo su un laghetto che chiamano Laguna Azul , ci immergiamo nel verde dei prati, affascinati dal panorama delle Torri del Paine e dai colori dei lupini. Veniamo distolti da questa visione dal richiamo delle guide per dirci che il pranzo è pronto. Indescrivibile il picnic!!! Dopo esserci rifocillati, come sempre, intraprendiamo il viaggio verso la Locanda del Paine con una sosta alle cascate il Salto Grande . E' un susseguirsi di laghi e lagune naturali, la vegetazione presenta varie gradazioni di colore. Dal Salto Grande partiamo in direzione Locanda del Paine. Attraversiamo un ambiente splendido: il terreno è ricoperto di cespugli dai fiori gialli, ci sono strane orchidee verdi e arbusti con fiori che ricordano le nostre stelle alpine.
Le montagne intorno sono spettacolari. Il vento domina la situazione e faremo bene ad abituarci, visto che sarà il nostro fedele compagno; si fa fatica a stare in piedi e a scattare fotografie, ma il panorama ripaga completamente delle condizioni climatiche. Nel tardo pomeriggio arriviamo alla Locanda , rimaniamo a bocca aperta, più che locanda sembra un albergo a 5 stelle e in effetti lo è. Camere bellissime, attrezzature da far invidia al miglior Beauty Center in città. Mara e Rosanna si propongono, appena finito il Trekking, di fare un bel massaggio rilassante, chissà se terranno fede a questa promessa?
08.01.2004 Inizia il Trekking , ce la faranno i nostri eroi? Paula ha già anticipato che oggi ci saranno 10 ore di cammino. Il programma prevede 1 ora di cammino 5 minuti di riposo con sosta più lunga a pranzo. L'arrivo al Rifugio Pehoè è previsto verso le 17.00. L'emozione è grande e la voglia di partire anche, quindi.....partiamo . Partiamo relativamente leggeri poiché le nostre cose almeno per questa volta sono state portate in barca al rifugio Pehoè. Durante il cammino il panorama è mozzafiato, fiori, arbusti, piante, montagne , sole, pioggia, nuvole, vento abbiamo visto tutto quanto potessimo desiderare. Dopo il terribile temporale che ci ha colti poco prima di arrivare al Rifugio Pehoè, il tempo si schiarisce regalandoci una visione incredibile di colori azzurro e verde del lago Pehoè e delle montagne circostanti. In Rifugio fa freddo , preghiamo il gestore di accendere un po' la stufa, la sua risposta è stata: ma siamo in piena estate!! Rosanna, stizzita gli fa: hai la faccia di un "crucco", in effetti, si chiamava Mueller, quindi di chiara origine tedesca!!! Il primo giorno è andato, stanchi, ma appagati.
09.01.2004 Partenza per il Rifugio Grey alla base del Ghiacciaio Grey. Dopo un paio d'ore di cammino, siamo sulle rive del lago Grey, il lago ha un colore indescrivibile, le guide ci spiegano che questo colore particolare dipende dai "tempanos" icebergs che galleggiano nell'acqua: sullo sfondo il ghiacciaio. Anche questa volta siamo di fronte a uno spettacolo indescrivibile. Durante il percorso Gianfranco perde la suola delle sue scarpe, abbiamo riso veramente molto, ma lui con molta nonchalance ha continuato per la sua strada. Anche qui la natura ci ha regalato una visione di fiori indimenticabili . Non vediamo l'ora di arrivare al rifugio, mettere giù gli zaini, una sistematina e via verso il mirador per poter vedere il ghiacciaio di fronte, anche se siamo abbastanza distanti dalla enorme colata. Il vento è, come al solito, padrone della situazione. Decidiamo di scendere in riva al lago e costeggiarlo per poterci avvicinare il più possibile. Sembriamo un gruppo di giapponesi, tutti a scattare foto, Dana, incredibile, tra foto normali, filmini e foto digitali non fa in tempo a tenere tutto in mano e sotto controllo. Vediamo in lontananza Ezio soprannominato National Geographic in compagnia di Roberto, pensavano di raggiungere il ghiacciaio Grey ma questo non è facile da avvicinare!! E cosi fanno ritorno alla base senza averlo potuto nemmeno sfiorare!! Davanti a noi una vista spettacolare. La luce del sole dà a questi ghiacci sfumature incredibili. E' uno di quei posti dove non pensi più a niente, perché ti basta quello che hai. Non ci sono aggettivi, è impagabile il senso di pace. Non vorremmo andarcene più. E così, quasi per caso, ci ritroviamo distesi in riva al lago, a pochi metri dall'acqua in contemplazione . Rientriamo al Rifugio, un rifugio molto pulito, organizzato , i pasti eccezionali e abbondanti. Dana e Rosanna hanno avuto la "fortuna" di avere una stanzetta tutta per loro, non sono stati risparmiati commenti......
10.01.2004 Partenza alle 7 alla volta del Rifugio Pehoè, la fretta è data dal fatto che alle 14,00 abbiamo la nave che ci riporta alla Locanda Torres ma prima ci fermiamo a pranzo al Rifugio del nostro amico "crucco". Il tempo è clemente, a parte il solito vento nostro fedele compagno. Arriviamo in tempo per mangiare, caricare tutto il necessario sulla barca e dall'altra parte ci aspetta il nostro pulmino. Qui il vento iniziava ad essere molto fastidioso, per poter salire in barca abbiamo quasi dovuto fare una cordata per evitare di scivolare in acqua. Il tutto comunque ripagato dai colori indescrivibili di questo lago. Poco prima di arrivare alla locanda Torres, si vedevano le folate di vento in direzione del Rifugio Torres dove noi eravamo diretti. Paula, la nostra guida era molto preoccupata, sebbene noi cercassimo di sdrammatizzare non sapendo a cosa saremmo andati incontro. Il tempo di un caffè e via verso il Rifugio Torres è una bellissima giornata di sole e vento l'ambiente è decisamente invitante e quindi via verso quest'ultima avventura nel Parco. Sebbene la stanchezza che iniziava a farsi sentire, tutti eravamo molto motivati, inizia questa prima parte della salita e il vento da molto fastidio, più si andava avanti più il vento incalzava . Arrivati alla sommità iniziamo ad andare un po' in crisi, chi fermo, chi aggrappato a qualche cespuglio, a Roberto volano via le gambe dei pantaloni, Ezio perde il suo coprizaino, Dana senza occhiali e da una mano a sua moglie che era già stata scaraventata per aria, alla fine i nostri eroi sono riusciti ad arrivare al Rifugio Cileno sani e salvi ma con facce sconvolte. Un doccia rigeneratrice e un Pisco Sour e una buonissima cena hanno fatto dimenticare la fatica per raggiungerlo. Tutta la notte il vento l'ha fatta da padrone , si vedevano le tende fuori che svolazzavano da una parte all'altra e ci si chiedeva se l'indomani era il caso di raggiungere i piedi delle Torri. Al mattino seguente qualche incertezza, ci incamminiamo non troppo convinti di raggiungere la base delle Torri del Paine (si tratta di un trekking di 6 ore, con 1200 metri di dislivello). Il percorso è un lungo saliscendi prima fra prati e poi attraversando un bellissimo bosco, fino all'attacco di un ripido ghiaione, dove inizia un'impegnativa salita che, in 45 minuti, porta in cima a un costone che fa da davanzale a un panorama inimmaginabile Ci si trova improvvisamente di fronte ai tre imponenti e spettacolari pinnacoli, che lasciano senza fiato . Ricordano, per certi aspetti, le Pale di S.Martino. Il vento è pungente ma per fortuna non freddo, riusciamo a ritagliarci un posto riparato nella pietraia per le foto di rito , dopo un po' ci avviamo per il ritorno. In coro, peccato che Mara e Nicola non siano saliti, si sono persi questa meraviglia . Durante la discesa vediamo che tra le pietre del ghiaione crescono fiori simili a gerani, compaiono qua e là, vicino a un corso d'acqua, hanno colori di un rosso molto intenso. Tornati in albergo, Mara e Rosanna hanno tenuto fede alla promessa di farsi un rilassante massaggio anche se nel frattempo il forte vento aveva portato via il Beauty Center e le massaggiatrici hanno dovuto fare il massaggio in camera .
12.01.2004 Partenza per El Calafate con il nostro pulmino, dove arriviamo nel pomeriggio. Siamo all'interno del parco de los Glaciares. El Calafate sorge in riva al lago Argentino, ha un po' l'aspetto della città fantasma: tante case di varia architettura, costruite solo per far fronte alla richiesta turistica, per il resto è abbastanza desolata. Sembra priva di reali abitanti, o meglio di vissuto. Le strade sono in maggior parte sterrate, perennemente spazzate dal vento e piene di Ristoranti e negozi di Souvenir .
12.01.2004 Siamo in attesa della guida Pedro che ci accompagnerà per l'intera giornata. In programma c'è l'escursione al Perito Moreno . Il ghiacciaio è imponente, tra i 365 ghiacciai il Perito Moreno è quello più imponente, ha un fronte di 5 km ed un livello sopra il lago di 60 m! Per quanto hanno deluso le passerelle costruite per poterlo vedere da molto vicino , detto questo, vale comunque la pena. Purtroppo non abbiamo avuto la fortuna di sentire il rombo della caduta di un "tempano", sarà per la prossima volta!!!
13.01.2004 Partenza per El Chalten nella lingua Tehuelche MONTAGNA CHE FUMA, 225 Km di strada sterrata!! Paese fantasma, ma base per poter accedere ai due mastodonti come il Fitz Roy e Cerro Torre . La strada è lunga e non asfaltata, il paesaggio piatto, il tempo passa osservando i mille colori del lago argentino . Arriviamo in serata dopo 8 ore di pulmino. L'impatto è stato buono, l'albergo e cena ottimi ci hanno alleviato dalla fatica del lungo viaggio.
14.01.2004 In programma l'escursione alla Piedra del Fraile. Appuntamento con Marcelo, la nostra guida che ci accompagnerà per i tre giorni che staremo qui. Oggi è in previsione un' escursione molto semplice e poco faticosa, come al solito siamo in compagnia del nostro amico vento. In effetti l'escursione non è stata faticosa, abbiamo ammirato il Monte Elettrico , il lago Marconi in onore del nostro Guglielmo Marconi . La serata finisce con una cena buonissima. E pensare che siamo fuori dal mondo, ma in quando a cucina, c'è molto da invidiare
15.01.2004 Partenza per il Fitz Roy , è coperto. Sembra la fabbrica delle nuvole. Incredibile. Abbiamo camminato tutto il giorno nella speranza di poterlo vedere sgombero dalle nuvole, nulla, purtroppo l'unica cosa che ha appagato la nostra vista è stata la Laguna Azul ai piedi del Fitz Roy. Il nostro fedele amico vento anche oggi ha fatto da padrone. Siamo stati ricompensati a tarda sera dal paese, improvvisamente, sono sparite le nuvole ed ecco che appare in tutta la sua maestosità .
16.01.2004 Oggi è il grande giorno, il sole splende, il vento soffia a puntino e siamo molto fiduciosi. Ci incamminiamo verso il Cerro Torre . Attraversiamo come sempre dei boschi che ti lasciano a bocca aperta, improvvisamente Marcelo si ferma, tutti muti, osserviamo per 5 minuti un picchio (pajero carpentero) che continua a picchiettare sul tronco di un albero, poco distante un altro. Ci incamminiamo, il tempo diventa sempre più bello, davanti a noi si apre uno spettacolo maestoso, il Cerro Torre in tutta la sua bellezza , sembra quasi che ci stia aspettando. Finalmente arriviamo alla base, le nostre bocche sono tutte aperte e gli occhi rivolti a questa maestosa . La punta è ricoperta da un manto di neve, sembra quasi un cappello. Ci sediamo sulla pietraia vicino al lago , oggi il nostro amico vento ci ha dato un po' di tregua. Dopo averlo apprezzato in tutto il suo splendore, ci siamo avviati sulla strada del ritorno. Marcelo ci riservava una bellissima sorpresa, sosta alla laguna Capri . Questo nome, a suo dire, le è stato dato in ricordo dell'isola di Capri per la sua acqua limpidissima. Quasi nessuno ha resistito dallo spogliarsi, Gianfranco ha anche provato a farsi un bagnetto, anche se l'acqua non permetteva. Dopo questo meritato riposo, ci siamo incamminati per la nostra ultima notte in questo paese fantasma chiamato EL Chalten o la montagna che fuma.
17.01.2004 Oggi è giornata di trasferimento per RIO GALLEGOS, ci sono state prospettate 9 ore di pullman su strada sterrata. Il viaggio è stato lungo, abbiamo cercato di ammazzare il tempo come meglio potevamo, cantando, tenendo lezioni di spagnolo e fermandoci per un improvvisato picnic in una fazenda . RIO GALLEGOS, città sul mare abbastanza insignificante, non ci è piaciuta molto, tranne il bellissimo e buonissimo ristorante dove abbiamo apprezzato la cucina di pesce .
18.01.2004 Partenza per Buenos Aires, arrivati in aeroporto, abbiamo scoperto che il volo non era diretto ma dovevamo andare a Ushuaia. Non potevamo essere molto contenti di questo cambiamento sapendo la difficoltà di atterraggio di questo aeroporto. Ovviamente non avevamo altra scelta. E' stata una fortuna, tutto sommato, visto che la prima volta siamo arrivati con la pioggia e il vento, mentre questa volta abbiamo fatto un atterraggio e un decollo meravigliosi e poi siamo stati premiati da una vista incomparabile sulla città e sul canale Beagle. Nel tardo pomeriggio siamo arrivati a Buenos Aires dove abbiamo potuto assistere a uno spettacolo di Tango veramente molto bello.
19.01.2004 Visita della città, tempo per gli ultimi acquisti, Gianfranco e Dana hanno addirittura trovato il tempo per il barbiere!! Pomeriggio tardi trasferimento in aeroporto per il ritorno in Italia.
A questo punto le cose da dire sarebbero veramente moltissime. Tra le sensazioni più forti, che sicuramente ci porteremo dentro a lungo, per primi i colori della natura. Gli incredibili e infiniti pascoli rossi, gli animali, gli spazi, i colori, gli enormi tempanos azzurri, i giganteschi ghiacciai, gli strani boschi dall'aspetto irreale, i panorami da sogno del parco del Paine, di El Chalten con l'invisibile Fitz Roy e il maestoso Cerro Torre sarebbero sufficienti a giustificare un ritorno in questa terra incantata.
La Patagonia lascia il senso di un immenso territorio: di spazi sconfinati, dove il clima inospitale ha permesso alla natura di rimanere in buona parte incontaminata, dove le città hanno l'aspetto di avamposti di frontiera, di insediamenti raffazzonati per far fronte alla grande ondata turistica, che si sta abbattendo su questa terra. In altre parole, la natura che, fino a poco tempo fa, aveva mantenuto il sopravvento sull'uomo, ora rischia di cedere il passo.
Hanno partecipato al viaggio:
Ezio, Gemma, Bruna, Orlando, Nicola, Roberto, Mara, Marisa, RosaAnna, Gianfranco, Dana, Gianna, Marco, Christian,
30 dicembre 2003 ritrovo presso l'entrata dell'autostrada VR-Sud e partenza per Buoenos Aires via Roma. Arrivo a Buenos Aires la mattinata dell'ultimo dell'anno. L'impatto con questa città è stato meraviglioso, dato forse dal caldo che ci ha accolto.
La giornata è stata dedicata alla visita della città in attesa della serata dell'ultimo dell'anno.
01.01.2004 nel poco tempo a disposizione, abbiamo visitato il quartiere più antico di Buenos Aires, SAN TELMO, patria del Tango e dei piccoli bar per poi proseguire verso il porto (foce del fiume Rio de la Plata) con una bellissima passeggiata e ammirazione per la bellissima ristrutturazione dei Docks.
Nel pomeriggio trasferimento all'aeroporto e volo per la penisola di Valdes dove ci aspettano i leoni marini , gli elefanti marini , i pinguini e tantissime altre specie animali per non parlare di una natura incontaminata e di un mare di un azzurro intensissimo.
02.01.2004 esploriamo Puerto Pyramide dove prendiamo un battello e riusciamo a toccare quasi con mani con i leoni marini, i cormorani, gli elefanti marini che fanno bella mostra di sè sulla spiaggia. Nel pomeriggio visitiamo una delle più grandi pinguinere del Sud America, Punta Tombo . La vista di questi piccoli pinguini ci riempie di gioia . Sono tutti molto indaffarati con i loro cuccioli . E' un andirivieni di pinguini dalle tane verso il mare e viceversa. Con molto dispiacere, lasciamo la calda penisola di Valdes dopo esserci rifocillati alla locanda di Antonio e Gustavo con un pasto "luculliano", alla volta di Ushuaia, Capitale della Terra del Fuoco argentina.
L'arrivo a Ushuaia è stato impressionante , considerando che l'aereoporto possiede una sola pista, di atterraggio e di decollo lunga 5 km. Per non parlare del vento in questo luogo ameno. L'atterraggio è stato perfetto, il nostro pilota bravissimo e noi tutti abbiamo tirato un bel sospiro di sollievo!! Usciti dall'aeroporto, ci siamo resi conto di essere alla "fine do mundo", la temperatura di 8°C e il fortissimo vento, ci facevano rimpiangere subito la penisola di Valdes.
03.01.2004 Una volta preso coscienza della temperatura, del vento, il bus ci conduce verso gli ApartHotel, decidiamo come sistemarci. Una volta sistemati, i più temerari, vedi Nicola, Roberto, Gianfranco, Mara, Marisa, Marco; Gianna; Dana e Rosanna, sfidando il freddo e il vento, vanno alla ricerca di qualcosa da mangiare. Erano le 22,00 e fuori c'era ancora luce. Passeggiando abbiamo potuto ammirare le case basse con dei bellissimi giardini e fiori coloratissimi. Spiccavano su tutti i coloratissimi lupini e dei papaveri di un rosso molto intenso.
Ushuaia, la solita città di case basse , una grande via centrale piena di negozi turistici e un lungomare molto trafficato. Appena fuori dal centro, la desolazione. Ushuaia è nata come colonia penale. Qui venivano mandati i peggiori delinquenti dell'Argentina: veniva così decretata la loro morte sicura in tempi rapidi per il freddo, la fame o i lavori forzati.
04.01.2004 Dopo un'abbondante colazione, ci aspetta la nostra guida Marcelo il quale, con nostra grande sorpresa, ci accoglie con un pezzo di musica classica, IL FLAUTO MAGICO, ci fermiamo in un panificio a comperare del pane fresco e via per il nostro primo Trekking. Arriviamo al Parco "Tierra del Fuego", paghiamo l'ingresso e accompagniamo Gemma al Trenino della "Fin do Mundo" . Nel frattempo ci prepariamo alla nostra splendida camminata , E' in programma un trekking di quattro cinque ore. Ci avviamo per un sentiero che costeggia la torbiera e si inoltra in un bosco di alberi ad alto fusto, decisamente più grandi di quelli visti in Patagonia. A differenza dei boschi patagonici, qui c'è sottobosco: crescono funghi e ci sono numerose piccole orchidee bianche . Le piante sono deformate da grosse nodosità. Si tratta di una reazione all'infestazione da parte di un fungo: il pan dell'indio. E' un fungo sferico, giallo, dall'aspetto spugnoso. Crescendo sulla corteccia, innesca una specie di reazione tumorale.Matura tra Novembre e Dicembre. Concluso il ciclo maturativo, si stacca. Ora siamo in questa fase e il sentiero è ricoperto dai resti di questo strano vegetale. Fortunatamente non fa freddo, a tratti ci regala qualche sprazzo di sole, raggiungiamo la castorera . Qui il corso del fiume è stato deviato dalle solide dighe dei castori, che purtroppo a quest'ora non si fanno vedere. Pare che escano solo la sera. Non si tratta in questo caso di animali autoctoni. Sono stati importati nel 1946, come animali da allevamento per la produzione di pellicce. Ora vivono liberi nel parco, dove si sono ambientati senza problemi. Pranziamo in riva al mare nella Baia Ensenada con un cestino fatto da Marcelo che è la "fine del mondo". Vicino all'insenatura vediamo una piccola capanna , ci avviciniamo e scopriamo essere un piccolissimo museo dove, dietro pagamento di una cifra irrisoria, ti appongono un timbro "FIN DO MUNDO", Repubblica Argentina sul passaporto. Facciamo un ultimo giretto fino alla Baia Lapataia dove si domina il Canale Beagle e che segnala la fine della Ruta 3 . E' un po' patetico questo continuo ribadire che il mondo finisce qui. Da l'impressione di un ritornello di facile presa per i turisti, quasi non ci fossero altri motivi di interesse. Nel frattempo è uscito un bel sole e la temperatura è ideale per una passeggiata nel centro di Ushuaia che è visibile in tutta la sua "bellezza" . Ci fermiamo a bere una cioccolata calda in una delle più famose cioccalaterie. Dopo, tutti a festeggiare il compleanno di Bruna. Non possiamo permetterci di fare tardi, domani mattina si parte alle 4.30 per Punta Arenas. Ed è Ezio che ci richiama all'ordine.
05.01.2004 Giornata di trasferimento a Punta Arenas (Cile) la strada è asfaltata per fortuna, anche se il panorama non offre grandi spunti. A metà mattina ci viene servita la colazione con buonissime brioche, caffè e aranciata. Verso mezzogiorno ci fermiamo in un bar lungo la strada. Sembra di essere nel Far West, il bar è ben fornito con pasticcini, empanadas e tutto quanto può servire per un lungo viaggio come il nostro. Acquistiamo il necessario non sapendo che in pullman ci avrebbero servito anche il pasto. E' stato un viaggio lungo, ma tutto sommato ci siamo divertiti. E' stato bello viaggiare con i locali e con i turisti da tutto il mondo. Arrivati alla frontiera cilena abbiamo potuto scendere dal pullman e sgranchirci un pò le gambe . Tutte le formalità si sono svolte senza problemi. Siamo ripartiti praticamente subito. Nel primo pomeriggio abbiamo raggiunto il mitico stretto di Magellano . E' stato emozionante attraversarlo. Arriviamo a Punta Arenas: è più grande di quanto mi aspettassi. Qui incontriamo la nostra guida Paula con la sua assistente Paula detta Pinky che saranno con noi per 12 giorni. Il centro è ricco di eleganti edifici che testimoniano l'illustre passato. Quello che ci è rimasto molto impresso è il bellissimo palazzo Menendez, di fine architettura francese. La città era un importantissimo porto commerciale, prima dell'apertura del canale di Panama.
06.01.2004 Oggi è di nuovo giornata di trasferimento. Ci trasferiamo a Puerto Natales, punto naturale dove partire per il Parco "TORRES DEL PAINE". Il viaggio non è stato molto faticoso sebbene di strada asfaltata ne abbiamo vista veramente poca. Abbiamo sostato in una Fazenda per il pranzo e nella Pinguinera di Seno Otway. Diversa da Punta Tombo, qui i pinguini vivono nel prato. In serata arriviamo a Puerto Natales , ci accoglie un freddo gelido accompagnato dall'immancabile vento. La prima cosa che avvistiamo nello stretto di Magellano sono i cigni dal collo nero , uno spettacolo. Usciamo per andare alla ricerca di un ristorante e anche per visitare questa città fantasma. Gianfranco si imbatte in un venditore di cozze secche , la voglia di assaggiarle è grande, noi ci asteniamo, lui assaggia e le sue smorfie parlano per lui.
07.01.2004 Oggi è il grande giorno! Trasferimento al Parco "TORRES DEL PAINE". Le guide ci anticipano che faremo un paio di soste, una per il Picnic e una per visitare la Cueva del Milodon prima di arrivare alla Locanda del Paine. Già durante il tragitto in pulmino rimaniamo affascinati dai paesaggi, incontriamo sulla nostra strada tanti guanachi (famiglia dei Lama) e nandù , famiglia degli struzzi, per non parlare di una vegetazione incredibilmente bella. Visitiamo la Cueva del Milodon , da qui parte la storia di Bruce Chatwin e il suo libro "Patagonia". Ne valeva la pena! Proseguiamo e ci fermiamo su un laghetto che chiamano Laguna Azul , ci immergiamo nel verde dei prati, affascinati dal panorama delle Torri del Paine e dai colori dei lupini. Veniamo distolti da questa visione dal richiamo delle guide per dirci che il pranzo è pronto. Indescrivibile il picnic!!! Dopo esserci rifocillati, come sempre, intraprendiamo il viaggio verso la Locanda del Paine con una sosta alle cascate il Salto Grande . E' un susseguirsi di laghi e lagune naturali, la vegetazione presenta varie gradazioni di colore. Dal Salto Grande partiamo in direzione Locanda del Paine. Attraversiamo un ambiente splendido: il terreno è ricoperto di cespugli dai fiori gialli, ci sono strane orchidee verdi e arbusti con fiori che ricordano le nostre stelle alpine.
Le montagne intorno sono spettacolari. Il vento domina la situazione e faremo bene ad abituarci, visto che sarà il nostro fedele compagno; si fa fatica a stare in piedi e a scattare fotografie, ma il panorama ripaga completamente delle condizioni climatiche. Nel tardo pomeriggio arriviamo alla Locanda , rimaniamo a bocca aperta, più che locanda sembra un albergo a 5 stelle e in effetti lo è. Camere bellissime, attrezzature da far invidia al miglior Beauty Center in città. Mara e Rosanna si propongono, appena finito il Trekking, di fare un bel massaggio rilassante, chissà se terranno fede a questa promessa?
08.01.2004 Inizia il Trekking , ce la faranno i nostri eroi? Paula ha già anticipato che oggi ci saranno 10 ore di cammino. Il programma prevede 1 ora di cammino 5 minuti di riposo con sosta più lunga a pranzo. L'arrivo al Rifugio Pehoè è previsto verso le 17.00. L'emozione è grande e la voglia di partire anche, quindi.....partiamo . Partiamo relativamente leggeri poiché le nostre cose almeno per questa volta sono state portate in barca al rifugio Pehoè. Durante il cammino il panorama è mozzafiato, fiori, arbusti, piante, montagne , sole, pioggia, nuvole, vento abbiamo visto tutto quanto potessimo desiderare. Dopo il terribile temporale che ci ha colti poco prima di arrivare al Rifugio Pehoè, il tempo si schiarisce regalandoci una visione incredibile di colori azzurro e verde del lago Pehoè e delle montagne circostanti. In Rifugio fa freddo , preghiamo il gestore di accendere un po' la stufa, la sua risposta è stata: ma siamo in piena estate!! Rosanna, stizzita gli fa: hai la faccia di un "crucco", in effetti, si chiamava Mueller, quindi di chiara origine tedesca!!! Il primo giorno è andato, stanchi, ma appagati.
09.01.2004 Partenza per il Rifugio Grey alla base del Ghiacciaio Grey. Dopo un paio d'ore di cammino, siamo sulle rive del lago Grey, il lago ha un colore indescrivibile, le guide ci spiegano che questo colore particolare dipende dai "tempanos" icebergs che galleggiano nell'acqua: sullo sfondo il ghiacciaio. Anche questa volta siamo di fronte a uno spettacolo indescrivibile. Durante il percorso Gianfranco perde la suola delle sue scarpe, abbiamo riso veramente molto, ma lui con molta nonchalance ha continuato per la sua strada. Anche qui la natura ci ha regalato una visione di fiori indimenticabili . Non vediamo l'ora di arrivare al rifugio, mettere giù gli zaini, una sistematina e via verso il mirador per poter vedere il ghiacciaio di fronte, anche se siamo abbastanza distanti dalla enorme colata. Il vento è, come al solito, padrone della situazione. Decidiamo di scendere in riva al lago e costeggiarlo per poterci avvicinare il più possibile. Sembriamo un gruppo di giapponesi, tutti a scattare foto, Dana, incredibile, tra foto normali, filmini e foto digitali non fa in tempo a tenere tutto in mano e sotto controllo. Vediamo in lontananza Ezio soprannominato National Geographic in compagnia di Roberto, pensavano di raggiungere il ghiacciaio Grey ma questo non è facile da avvicinare!! E cosi fanno ritorno alla base senza averlo potuto nemmeno sfiorare!! Davanti a noi una vista spettacolare. La luce del sole dà a questi ghiacci sfumature incredibili. E' uno di quei posti dove non pensi più a niente, perché ti basta quello che hai. Non ci sono aggettivi, è impagabile il senso di pace. Non vorremmo andarcene più. E così, quasi per caso, ci ritroviamo distesi in riva al lago, a pochi metri dall'acqua in contemplazione . Rientriamo al Rifugio, un rifugio molto pulito, organizzato , i pasti eccezionali e abbondanti. Dana e Rosanna hanno avuto la "fortuna" di avere una stanzetta tutta per loro, non sono stati risparmiati commenti......
10.01.2004 Partenza alle 7 alla volta del Rifugio Pehoè, la fretta è data dal fatto che alle 14,00 abbiamo la nave che ci riporta alla Locanda Torres ma prima ci fermiamo a pranzo al Rifugio del nostro amico "crucco". Il tempo è clemente, a parte il solito vento nostro fedele compagno. Arriviamo in tempo per mangiare, caricare tutto il necessario sulla barca e dall'altra parte ci aspetta il nostro pulmino. Qui il vento iniziava ad essere molto fastidioso, per poter salire in barca abbiamo quasi dovuto fare una cordata per evitare di scivolare in acqua. Il tutto comunque ripagato dai colori indescrivibili di questo lago. Poco prima di arrivare alla locanda Torres, si vedevano le folate di vento in direzione del Rifugio Torres dove noi eravamo diretti. Paula, la nostra guida era molto preoccupata, sebbene noi cercassimo di sdrammatizzare non sapendo a cosa saremmo andati incontro. Il tempo di un caffè e via verso il Rifugio Torres è una bellissima giornata di sole e vento l'ambiente è decisamente invitante e quindi via verso quest'ultima avventura nel Parco. Sebbene la stanchezza che iniziava a farsi sentire, tutti eravamo molto motivati, inizia questa prima parte della salita e il vento da molto fastidio, più si andava avanti più il vento incalzava . Arrivati alla sommità iniziamo ad andare un po' in crisi, chi fermo, chi aggrappato a qualche cespuglio, a Roberto volano via le gambe dei pantaloni, Ezio perde il suo coprizaino, Dana senza occhiali e da una mano a sua moglie che era già stata scaraventata per aria, alla fine i nostri eroi sono riusciti ad arrivare al Rifugio Cileno sani e salvi ma con facce sconvolte. Un doccia rigeneratrice e un Pisco Sour e una buonissima cena hanno fatto dimenticare la fatica per raggiungerlo. Tutta la notte il vento l'ha fatta da padrone , si vedevano le tende fuori che svolazzavano da una parte all'altra e ci si chiedeva se l'indomani era il caso di raggiungere i piedi delle Torri. Al mattino seguente qualche incertezza, ci incamminiamo non troppo convinti di raggiungere la base delle Torri del Paine (si tratta di un trekking di 6 ore, con 1200 metri di dislivello). Il percorso è un lungo saliscendi prima fra prati e poi attraversando un bellissimo bosco, fino all'attacco di un ripido ghiaione, dove inizia un'impegnativa salita che, in 45 minuti, porta in cima a un costone che fa da davanzale a un panorama inimmaginabile Ci si trova improvvisamente di fronte ai tre imponenti e spettacolari pinnacoli, che lasciano senza fiato . Ricordano, per certi aspetti, le Pale di S.Martino. Il vento è pungente ma per fortuna non freddo, riusciamo a ritagliarci un posto riparato nella pietraia per le foto di rito , dopo un po' ci avviamo per il ritorno. In coro, peccato che Mara e Nicola non siano saliti, si sono persi questa meraviglia . Durante la discesa vediamo che tra le pietre del ghiaione crescono fiori simili a gerani, compaiono qua e là, vicino a un corso d'acqua, hanno colori di un rosso molto intenso. Tornati in albergo, Mara e Rosanna hanno tenuto fede alla promessa di farsi un rilassante massaggio anche se nel frattempo il forte vento aveva portato via il Beauty Center e le massaggiatrici hanno dovuto fare il massaggio in camera .
12.01.2004 Partenza per El Calafate con il nostro pulmino, dove arriviamo nel pomeriggio. Siamo all'interno del parco de los Glaciares. El Calafate sorge in riva al lago Argentino, ha un po' l'aspetto della città fantasma: tante case di varia architettura, costruite solo per far fronte alla richiesta turistica, per il resto è abbastanza desolata. Sembra priva di reali abitanti, o meglio di vissuto. Le strade sono in maggior parte sterrate, perennemente spazzate dal vento e piene di Ristoranti e negozi di Souvenir .
12.01.2004 Siamo in attesa della guida Pedro che ci accompagnerà per l'intera giornata. In programma c'è l'escursione al Perito Moreno . Il ghiacciaio è imponente, tra i 365 ghiacciai il Perito Moreno è quello più imponente, ha un fronte di 5 km ed un livello sopra il lago di 60 m! Per quanto hanno deluso le passerelle costruite per poterlo vedere da molto vicino , detto questo, vale comunque la pena. Purtroppo non abbiamo avuto la fortuna di sentire il rombo della caduta di un "tempano", sarà per la prossima volta!!!
13.01.2004 Partenza per El Chalten nella lingua Tehuelche MONTAGNA CHE FUMA, 225 Km di strada sterrata!! Paese fantasma, ma base per poter accedere ai due mastodonti come il Fitz Roy e Cerro Torre . La strada è lunga e non asfaltata, il paesaggio piatto, il tempo passa osservando i mille colori del lago argentino . Arriviamo in serata dopo 8 ore di pulmino. L'impatto è stato buono, l'albergo e cena ottimi ci hanno alleviato dalla fatica del lungo viaggio.
14.01.2004 In programma l'escursione alla Piedra del Fraile. Appuntamento con Marcelo, la nostra guida che ci accompagnerà per i tre giorni che staremo qui. Oggi è in previsione un' escursione molto semplice e poco faticosa, come al solito siamo in compagnia del nostro amico vento. In effetti l'escursione non è stata faticosa, abbiamo ammirato il Monte Elettrico , il lago Marconi in onore del nostro Guglielmo Marconi . La serata finisce con una cena buonissima. E pensare che siamo fuori dal mondo, ma in quando a cucina, c'è molto da invidiare
15.01.2004 Partenza per il Fitz Roy , è coperto. Sembra la fabbrica delle nuvole. Incredibile. Abbiamo camminato tutto il giorno nella speranza di poterlo vedere sgombero dalle nuvole, nulla, purtroppo l'unica cosa che ha appagato la nostra vista è stata la Laguna Azul ai piedi del Fitz Roy. Il nostro fedele amico vento anche oggi ha fatto da padrone. Siamo stati ricompensati a tarda sera dal paese, improvvisamente, sono sparite le nuvole ed ecco che appare in tutta la sua maestosità .
16.01.2004 Oggi è il grande giorno, il sole splende, il vento soffia a puntino e siamo molto fiduciosi. Ci incamminiamo verso il Cerro Torre . Attraversiamo come sempre dei boschi che ti lasciano a bocca aperta, improvvisamente Marcelo si ferma, tutti muti, osserviamo per 5 minuti un picchio (pajero carpentero) che continua a picchiettare sul tronco di un albero, poco distante un altro. Ci incamminiamo, il tempo diventa sempre più bello, davanti a noi si apre uno spettacolo maestoso, il Cerro Torre in tutta la sua bellezza , sembra quasi che ci stia aspettando. Finalmente arriviamo alla base, le nostre bocche sono tutte aperte e gli occhi rivolti a questa maestosa . La punta è ricoperta da un manto di neve, sembra quasi un cappello. Ci sediamo sulla pietraia vicino al lago , oggi il nostro amico vento ci ha dato un po' di tregua. Dopo averlo apprezzato in tutto il suo splendore, ci siamo avviati sulla strada del ritorno. Marcelo ci riservava una bellissima sorpresa, sosta alla laguna Capri . Questo nome, a suo dire, le è stato dato in ricordo dell'isola di Capri per la sua acqua limpidissima. Quasi nessuno ha resistito dallo spogliarsi, Gianfranco ha anche provato a farsi un bagnetto, anche se l'acqua non permetteva. Dopo questo meritato riposo, ci siamo incamminati per la nostra ultima notte in questo paese fantasma chiamato EL Chalten o la montagna che fuma.
17.01.2004 Oggi è giornata di trasferimento per RIO GALLEGOS, ci sono state prospettate 9 ore di pullman su strada sterrata. Il viaggio è stato lungo, abbiamo cercato di ammazzare il tempo come meglio potevamo, cantando, tenendo lezioni di spagnolo e fermandoci per un improvvisato picnic in una fazenda . RIO GALLEGOS, città sul mare abbastanza insignificante, non ci è piaciuta molto, tranne il bellissimo e buonissimo ristorante dove abbiamo apprezzato la cucina di pesce .
18.01.2004 Partenza per Buenos Aires, arrivati in aeroporto, abbiamo scoperto che il volo non era diretto ma dovevamo andare a Ushuaia. Non potevamo essere molto contenti di questo cambiamento sapendo la difficoltà di atterraggio di questo aeroporto. Ovviamente non avevamo altra scelta. E' stata una fortuna, tutto sommato, visto che la prima volta siamo arrivati con la pioggia e il vento, mentre questa volta abbiamo fatto un atterraggio e un decollo meravigliosi e poi siamo stati premiati da una vista incomparabile sulla città e sul canale Beagle. Nel tardo pomeriggio siamo arrivati a Buenos Aires dove abbiamo potuto assistere a uno spettacolo di Tango veramente molto bello.
19.01.2004 Visita della città, tempo per gli ultimi acquisti, Gianfranco e Dana hanno addirittura trovato il tempo per il barbiere!! Pomeriggio tardi trasferimento in aeroporto per il ritorno in Italia.
A questo punto le cose da dire sarebbero veramente moltissime. Tra le sensazioni più forti, che sicuramente ci porteremo dentro a lungo, per primi i colori della natura. Gli incredibili e infiniti pascoli rossi, gli animali, gli spazi, i colori, gli enormi tempanos azzurri, i giganteschi ghiacciai, gli strani boschi dall'aspetto irreale, i panorami da sogno del parco del Paine, di El Chalten con l'invisibile Fitz Roy e il maestoso Cerro Torre sarebbero sufficienti a giustificare un ritorno in questa terra incantata.
La Patagonia lascia il senso di un immenso territorio: di spazi sconfinati, dove il clima inospitale ha permesso alla natura di rimanere in buona parte incontaminata, dove le città hanno l'aspetto di avamposti di frontiera, di insediamenti raffazzonati per far fronte alla grande ondata turistica, che si sta abbattendo su questa terra. In altre parole, la natura che, fino a poco tempo fa, aveva mantenuto il sopravvento sull'uomo, ora rischia di cedere il passo.
Hanno partecipato al viaggio:
Ezio, Gemma, Bruna, Orlando, Nicola, Roberto, Mara, Marisa, RosaAnna, Gianfranco, Dana, Gianna, Marco, Christian,
racconto di Rosanna Racioppi
foto di Dana Ferraro